L’Aeroporto di Salerno e Costa D’Amalfi compie oggi un anno
senza voli di linea. Il 5 ottobre 2012, la compagnia aerea Sky Bridge AirOps che effettuava
collegamenti con l’aeroporto di Milano Malpensa cancellava tutti i voli in
programmazione. Motivo? La prestigiosa compagnia pretendeva dalla società
consortile, che gestisce l’aeroporto, in anticipo i soldi dell’intero servizio
di voli fino alla fine di ottobre 2013. Disaggi? Nessuno. I collegamenti non
prevedevano passeggeri a bordo. Sul sito ufficiale appariva il seguente triste
annuncio, «Si avvisa la gentile utenza che la compagnia aerea Skybridge AirOps
ha sospeso l’operatività dei collegamenti con Milano Malpensa, a partire dal
giorno 5 ottobre. La società di gestione Aeroporto di Salerno sta operando la
riprogrammazione delle attività per la Winter 2012/2013. A breve sarà
pubblicato il relativo programma operativo voli». Ma esiste la gentile utenza
alla quale era rivolto l’annuncio? Perché sul sito, la dicitura “Disponibilità
a breve” nella sezione orari dei voli è fissa da un anno? Se non ci sono voli
di linea a cosa serve un aeroporto? E infine di cosa si occupano tutti gli
addetti ai lavori nello scalo aeroportuale in mezzo alla campagna? La strada
che porta al Salerno Costa D’Amalfi, subito dopo l’uscita dalla tangenziale di
Salerno, è l’Aversana. Una strada
provinciale che porta in seno l’orgoglio dell’amministrazione Cirielli,
iniziata da quest’ultimo e terminata dal suo vice Antonio Iannone. Passeggiare
tra strade rurali dove si incontra gente semplice che lavora dall’alba al
tramonto rende più significativo il breve tragitto. L’autunno è la stagione dei
colori, tra un appezzamento di terra già lavorato e uno ancora in attesa, solo
il rumore di un minuscolo ultraleggero all’orizzonte distoglie lo sguardo dalle armonie del lavoro
onesto e ci fa rendere conto che siamo in prossimità dello scalo. La stretta
via Pepe, ha sull’asfalto tracce fresche di mezzi agricoli.
Il terminal appare
in fondo alla discesa. La scritta blu è marcata dal giallo limone della parte
più bassa del terminal. Nel parcheggio antistante, sono una quindicina le
macchine parcheggiate. In pista quattro jet privati, taxi del cielo che portano
avanti e indietro i pochi visitatori fortunati. Entrare all’interno del terminal fa rimpiangere il paesaggio rurale. Nella sala
deserta è tutto nuovo. Dietro al banco dei chek-in le sedie sono rivestite ancora
con la plastica di fabbrica. Una guardia giurata, addetto alla sicurezza, si
consola dalla solitudine con il cellulare in mano. Sta lì in fondo, quasi di
nascosto.
Anche la ragazza del bar sta con la testa bassa. Viaggiano entrambi
nel mondo virtuale dato che attorno non c’è anima viva. Lavora fino alle cinque
del pomeriggio, sola, senza turni. Durante tutta la giornata non fa più di una
ventina di caffè. Appena fuori dal bar si nota la porta chiusa della
biglietteria che non viene adoperata da un bel pò. Lo stesso vale per l’ufficio
affianco che offre servizio di autonoleggio.
Nel frattempo un'altra guardia giurata viene incontro. Vengo
accompagnato nell’ufficio del direttore Giovanni Basso. All’interno c’è anche
il presidente Carmine Maiese.
Dalle loro
dichiarazioni emerge che l’aeroporto di Salerno dal primo gennaio 2013 fino ad oggi ha avuto 5439 movimenti in
pista. Presso lo scalo salernitano sono transitati circa 2700 aerei privati e
il numero dei passeggeri è circa 2800. In
giornata sono atterrati 5 voli con 10 passeggeri a bordo. A dare loro il
benvenuto e giusta dose di sicurezza 6 unita antincendio che fungono anche da
personale di assistenza a terra, tre addetti alla sicurezza, un addetto scalo e
sei componenti del personale amministrativo. La disponibilità del personale
naturalmente dipende dal flusso dei voli. In totale il personale è composto da
18 vigili del fuoco, nove addetti alla sicurezza e dieci impiegati in
amministrazione.
I ricavi annuali sono
pari a 400 mila euro. Il buco nel bilancio 2012 è di 2,8 milioni di euro e i soldi pubblici spesi, toccano quota 35
milioni. L’interessamento concreto e l’offerta della multinazionale argentina che
verrà valutato nei giorni a seguire è un “cappio” al collo. Secondo il progetto
stillato dal consorzio servono ancora 86 milioni di euro per adattare la pista
e le varie arie che caratterizzano uno scalo completo.
La concessione è data per vent’anni e il
passaggio verrebbe tramite l’acquisizione delle azioni per la modica somma di
640 mila euro. Corporacion America in totale dovrebbe investire quasi 90
milioni di euro.
pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno il 05.10.2013